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Nasce un progetto nazionale per intercettare in farmacia il paziente cefalalgico, al momento della richiesta di un medicinale di automedicazione per il mal di testa e quindi coinvolgere attivamente il farmacista di comunità.

Il Progetto infatti ricade in un contesto sanitario che, in una situazione di forte crisi economica, trasferisce la gestione delle patologie croniche al territorio e di conseguenza sta evidenziando il peso sociale ed economico sempre più rilevante della farmacia. Il farmacista infatti, nel contesto della farmacia dei servizi (Dlgs 153/09), è stato identificato come figura chiave del pharmaceutical care ovvero l’educazione sanitaria del paziente al fine di erogare un servizio a 360°: dall’individuazione dei primi sintomi, al monitoraggio dell’adeguatezza dell’ autocura e dell’aderenza alla terapia.

Le tappe principali dello studio prevedono l’arruolamento delle farmacie sul territorio nazionale, la formazione univoca dei farmacisti aderenti al progetto attraverso un corso erogato in modalità Fad, la somministrazione di questionari in farmacia a tutti i soggetti che, con un attacco di dolore cefalico in corso, richiedano un consiglio per un trattamento. I questionari verranno inseriti su uno specifico database per le successive analisi epidemiologiche e statistiche e per la valutazione conclusiva. Ad oggi i farmacisti referenti provinciali hanno già svolto la formazione e possono cominciare ad arruolare i pazienti. Dalla prossima settimana anche i colleghi, che hanno aderito al progetto grazie al lavoro di squadra dei referenti, potranno formarsi online e, entro fine mese, cominciare a somministrare i questionari.

I risultati di un precedente studio piemontese hanno evidenziato dati finora assenti in letteratura, mettendo in luce come sia fondamentale il ruolo del farmacista quale primo (ed a volte unico) riferimento nella catena sanitaria per portare un soggetto emicranico ad avere una adeguata diagnosi, poiché correttamente indirizzato ad uno specialista e ad una quindi corretta terapia. I dati raccolti potranno essere particolarmente significativi se si considera che l’emicrania resta una delle malattie più diffuse al mondo e crea grande disabilità e pessima qualità della vita nel paziente che ne soffre, soprattutto se ha un’alta frequenza di attacchi. Diviene sempre più necessaria quindi la collaborazione tra il farmacista ed il medico, sia di medicina generale sia specialista, per poter indirizzare verso una cura efficace il paziente ed evitare l’abuso indiscriminato di analgesici, abuso che comporta spesso una cronicizzazione del dolore. Mi preme ringraziare tutti coloro che hanno collaborato ed augurare un buon lavoro di squadra teso al raggiungimento di risultati statisticamente significativi a livello nazionale!